Costi, impatto ambientale ed autorizzazioni di un impianto eolico

Sezione 4 – Costi, impatto ambientale ed autorizzazioni di un impianto eolico

COSTI
Il costo di un impianto eolico in un tipico sito italiano è mediamente costituito per il 70% dagli aerogeneratori e per il 30% dalla parte restante (fondazioni, strade, infrastrutture, elettriche, lavori d’installazione, progettazione, qualificazione anemologica del sito, pratiche autorizzative, ecc.). In altri Paesi con territorio più pianeggiante e siti più accessibili, l’incidenza percentuale di quest’ultima quota può essere sensibilmente inferiore. Con riferimento ad una centrale italiana sulla terraferma in cui siano adottate macchine di taglia circa 1 MW si può ipotizzare un costo d’impianto di 1800 €/kW. Per applicazioni di taglia minore il costo parametrico aumenta col diminuire della potenza sino a raggiungere un valore di circa 5.000 €/kW.

IMPATTO AMBIENTALE
Diversi sono gli aspetti autorizzativi ed ambientali che interessano la realizzazione di un sito eolico.
Sicuramente le questioni legate all’impatto visivo sono l’argomento più critico nella valutazione d’Impatto Ambientale di un impianto eolico; non sono tuttavia da sottovalutare altri aspetti quali:

  • il lancio di frammenti di ghiaccio;
  • la valutazione del rumore immesso nell’area circostante;
  • le possibili interferenze con le telecomunicazioni;
  • la coesistenza con l’avifauna (in particolare in zone attraversate da rotte di migrazione)

Si riportano nel seguito alcune considerazioni di carattere generale relative alla problematiche sopra esposte.

Impatto visivo
Gli aerogeneratori per la loro configurazione sono visibili in ogni contesto ove vengono inseriti. Ma una scelta accurata della forma e del colore dei componenti, per evitare che le parti metalliche riflettano i raggi solari, consente di armonizzare la presenza degli impianti eolici nel paesaggio.

Rumore
Il rumore che emette un aerogeneratore viene causato dall’attrito delle pale con l’aria e dal moltiplicatore di giri. Questo rumore può essere smorzato migliorando l’inclinazione delle pale e la loro conformazione, e la struttura e l’isolamento acustico della navicella. Il rumore proveniente da un aerogeneratore deve essere inferiore ai 45 decibel in prossimità delle vicine abitazioni. Tale valore corrisponde ad una conversazione a bassa voce. I moderni aerogeneratori soddisfano questa richiesta a partire da distanze di 150/180 metri.

Effetti sulla fauna locale
I soli effetti riscontrati riguardano il possibile impatto degli uccelli con il rotore delle macchine. Il numero di uccelli che muoiono è comunque inferiore a quello dovuto al traffico automobilistico, ai pali della luce o del telefono.

Intereferenze sulle telecomunicazioni ed effetti elettromagnetici
Per evitare possibili interferenze sulle telecomunicazioni e la formazione di campi elettromagnetici basta stabilire e mantenere la distanza minima fra l’aerogeneratore e, ad esempio, stazioni terminali di ponti radio, apparati di assistenza alla navigazione aerea e televisori.

In Italia, la definizione delle linee guida nazionali per lo svolgimento dell’iter autorizzativo degli impianti di produzione di energia rinnovabile sta procedendo con molto ritardo. Questa situazione ha portato le singole Regioni a definire propri regolamenti, con una conseguente eterogeneità di approcci dal punto di vista tecnico e giuridico.

LO SVILUPPO EOLICO IN ITALIA
Per l’Italia, il censimento effettuato da ENEA ha registrato 4850 MW collegati alla rete alla fine del 2009, con un incremento di 1114 MW (+30%) rispetto al 2008.
In Italia sono per ora operativi soltanto impianti sulla terraferma, realizzati, per la stragrande maggioranza, nell’Italia meridionale e nelle isole.
A differenza dell’Europa settentrionale, dove soffiano venti forti e regolari dall’Oceano Atlantico, o delle grandi pianure degli Stati Uniti, i siti eolici italiani hanno regimi di vento meno costanti e si trovano prevalentemente in terreni montani o comunque complessi.
Questi aspetti comportano, da un lato, rese energetiche più ridotte e, dell’altro, maggiori costi delle infrastrutture e dell’installazione.