Gruppi Elettrogeni
Una guida in 6 sezioni dedicata all’installazione dei gruppi elettrogeni
Sezione 3 – Ventilazione Forzata
Con la ventilazione forzata il ricambio d’aria avviene tramite un ventilatore che aspira l’aria calda da dentro il locale e la espelle verso l’esterno. Per il reintegro dell’aria espulsa sono sempre necessarie griglie di ventilazione per la ripresa. E’ fondamentale anche in questo caso che il flusso d’aria investa il gruppo elettrogeno: una griglia di ripresa sulla stessa parete della ventola di estrazione sarebbe quasi del tutto inutile (per ovviare al problema è sufficiente canalizzare l’aria sulla parete opposta a quella di espulsione dell’aria).
Anche in questo caso evito di addentrarmi negli aspetti squisitamente tecnici della materia e mi limito ad indicare la portata che deve presentare l’estrattore in base alla potenza termica da dissipare.
Q = 343 * Pdiss
Dove:
Q = portata del ventilatore in mc/h
Pdiss = potenza da dissipare in kW
Una volta determinata la portata di cui si necessità bisogna dimensionare le aperture per la ripresa dell’aria. Questa può essere determinata considerando una velocità massima dell’aria in ingresso pari a 3 m/s se nel locale, come presumibile, non sono presenti operatori o pari a 1 m/s se è invece prevista la presenza di operatori. Nota: la limitazione della velocità di ingresso dell’aria è necessaria al fine di evitare l’eccessiva circolazione delle polveri. E’ possibile ovviarvi con idonei filtri.
Pertanto
A = Q / (3600 * v)
Dove
A = superficie griglia di ripresa
Q = portata estrattore
v = velocità aria in ingresso
Anche in questo caso si fa sempre riferimento a superficie netta. Pertanto dalla superficie dell’apertura nella parete è necessario sottrarre la superficie delle griglie di protezione come già indicato al paragrafo precedente (nel caso di griglie in vetroresina si può stimare che la superficie occupata dalle griglie sia pari al 10% della superficie totale).
Nella tabella sottostante vengono riassunte le portate d’aria necessarie per le taglie più comuni di gruppi elettrogeni considerati e le relative dimensioni nette per le aperture di ripresa; la tubazione per i gas di scarico è stata idoneamente coibentata.
Come si può chiaramente evincere dalla tabella sia le portate d’aria necessarie che le superfici di ripresa risultano, da un punto di vista tecnico, decisamente più ragionevoli di quelle ottenute rispetto alla sola ventilazione naturale.
Resta da decidere le modalità di funzionamento dell’estrattore. Questo può avviarsi al superamento di una certa temperatura (circa 35-40 ºC) oppure avviarsi tutte le volte che si avvia il gruppo elettrogeno. Personalmente sono più propenso alla seconda soluzione sia perchè l’utilizzo di un gruppo elettrogeno di emergenza come quelli considerati è piuttosto sporadico e quindi il consumo elettrico limitato, sia perché ritengo preferibile che la macchina sia investita da una ventilazione continua che ne migliora sicuramente le prestazioni.
Ovviamente nulla vieta di realizzare un raffrescamento del locale misto fra le soluzioni ventilazione naturale e forzata. Si possono ad esempio predisporre 2 aperture per la ventilazione naturale e, una volta superata la temperatura limite, attivare anche l’estrattore che convoglierà aria nel locale da entrambe le aperture.