IMPIANTI ELETTRICI e BIOEDILIZIA
Sezione 2.2 – CAUSE DI INCENDIO – PUNTI CALDI
Come regola fondamentale di buona tecnica per evitare la formazione di punti caldi e’ necessario sempre serrare a regola d’arte tutti i morsetti dell’impianto e sottoporre le giunzioni a controlli manutentivi periodici (mediamente una volta all’anno). Una connessione lasca infatti non puo’ essere individuata in alcun modo se non con interventi manutentivi e rappresenta una delle principali cause elettriche di innesco di incendi.
Un’altra causa di formazione di punto caldo e’ un guasto verso terra non franco. Questo puo’ generare una corrente di dispersione non sufficiente a provocare l’intervento delle protezioni a monte ed il suo mantenimento puo’ portare a temperature molto elevate nel punto di guasto. Il metodo migliore per evitare questa problematica e’ l’utilizzo di cavi multipolari con conduttore di protezione annesso protetti a monte da interruttori differenziali ad alta sensibilita’.
Nota: detta metodologia impiantistica e’ ampiamente utilizzata negli USA; colgo l’occasione per ricordare che i dispositivi differenziali nascono negli Stati Uniti con questa finalita’ come protezione contro gli incendi.
Nei paragrafi precedenti abbiamo analizzato le metodologie per evitare la formazione di punti caldi; tuttavia non se ne puo’ escluderne a priori la presenza. Per evitare che punti caldi possano essere causa di incendio delle strutture combustibili, la norma CEI 64-8 art. 751.04.2.6 nota 2 ci impone l’utilizzo di componenti (in particolare tubazioni e scatole di derivazione) che abbiano superato la prova del filo incandescente a 850 °C.
Un’ulteriore possibile causa di formazione di punti caldi sono gli apparecchi di illuminazione. L’installazione degli apparecchi illuminanti su strutture in legno richiede molta attenzione in quanto la temperatura superficiale raggiunta potrebbe innescare un incendio.
Per prima cosa e’ bene evidenziare che la norma di prodotto relativa alla costruzione degli apparecchi di illuminazione (CEI 34-21) vieta l’installazione dei corpi illuminanti su superfici in legno il cui spessore sia inferiore a 2 mm.
Per le altre superfici e’ necessario che l’apparecchio illuminante sia idoneo e che non sviluppi temperature superficiali troppo elevate che possano essere causa di innesco di incendio. Il costruttore dell’apparecchio illuminante deve pertanto dichiarare che il suo prodotto e’ idoneo per posa su superfici normalmente infiammabili. Poiche’ in questo periodo (anno 2010) sono in vigore sia l’ottava che la nona edizione della norma CEI 34-21 la situazione e’ un po’ confusa in quanto l’ottava edizione richiede che gli apparecchi idonei riportino il cosiddetto marcio “F” (vedi figura), mentre la nona edizione ritiene che tutti gli apparecchi siano idonei a meno che non riportino il simbolo in figura.
Quanto sopra vale anche per gli alimentatori indipendenti, cioe’ destinati all’installazione all’esterno dell’apparecchio di illuminazione.